L'ultimo concerto del Ninfea

Testo: VALERIANO IOSCA

Fotografie: GIULIA MARTINELLI, C-JAY, VITO PETRACCONE

Dopo oltre vent’anni di onorata carriera si spengono le luci dello storico pub sul lago di Endine. Il Ninfea di secondo nome ha sempre fatto “Pinuccio”, titolare e spirito guida del locale, sorriso mite e occhi da buono. Non un addio ma un arrivederci: perché quando certi posti svaniscono, è solo per essere ricordati in eterno.  

Il Lago di Endine è un lago piccolo di colore verde, romantico, poetico e un po’ triste, soprattutto in autunno, soprattutto oggi. 

 

Camminiamo a Spinone sotto una pioggia che cade opportunamente leggera, per raggiungere il pub Ninfea che per oltre vent’anni è stato il posto della musica, il pub che più di ogni altro ha amato la musica e i musicisti. Ricambiato da tutti dello stesso amore, eletto a luogo del cuore, avamposto e archetipo del bar dove si sta bene. Un luogo dell’anima dove andare in pellegrinaggio quando la visione del mondo si offusca, “una specie di Lourdes laica dove chiedere miracoli che a volte si avverano”. 

 

Ci accoglie lo spazio estivo che si affaccia direttamente sul lago, una grande veranda aperta e desolata con il fondo in erba sintetica bagnata e coperta di foglie. Sulla porta d’ingresso,  colpisce dritto al cuore l’ineluttabile cartello “vendesi attività commerciale”. Oltre il cartello, attraverso i vetri, scorgiamo nel buio i tavoli e le panche sovrapposti gli uni agli altri in una catasta disordinata che da il colpo di grazia.

 

Siamo qui perché il Ninfea oggi rientra nella categoria dei bar che non ce l’hanno fatta e che hanno chiuso. Dai giorni dell’annuncio ad oggi è stato tutto un susseguirsi di manifestazioni di affetto e solidarietà, di offerte di supporto, ricordi commossi di momenti condivisi. A migliaia.

 

Saliamo e all’ingresso ci viene incontro Pinuccio con il suo sorriso mite e gli occhi da buono. 

Insieme a lui, a raccontare e testimoniare la storia della musica che da qui è passata, Renato Del Corso, Bassista di DR. FAUST & THE COFFEE HOUSE BROTHERS e Fausto Scaravaggi,  Dr. Faust in persona. “Come artisti e come pubblico frequentiamo il ninfea dal primo giorno, dice René siamo stati la seconda band ad esibirsi qui. Nel corso degli anni, tra alti e bassi ho collaborato con Pinuccio portando artisti americani ad arricchire la scena musicale del ninfea.” “Il ninfea è diventata la mia seconda patria prosegue Fausto ma anche una seconda casa dove ho festeggiato tutti i miei compleanni. Momenti di festa memorabili che si prolungavano per giorni con decine di amici, birra a fiumi e tanta, tantissima musica”

Pinuccio, come nasce questa fantastica avventura del Ninfea?

“La storia è lunga, in origine i nonni gestivano un bar con pensione e quando hanno venduto mio padre ha deciso di costruire qui con l’intenzione di fare un bar con albergo. All’albergo poi ci ha rinunciato ed è rimasto per tanti anni un bar di paese con l’edicola. Qui il vino era il perno attorno al quale le persone venivano dopo il lavoro a scambiare due chiacchiere. Si giocava a carte, si leggeva il giornale e si fumava. La sera prima di cena si svuotava, andavano tutti a casa a mangiare e solo ogni tanto entrava anche qualche giovane… Io allora lavoravo, facevo l’operaio e nel fine settimana, soprattutto nel periodo estivo, davo una mano.

Nel 1993 mio papà era stanco, così ho lasciato il lavoro e rilevato il bar. Grazie all’aiuto degli amici ho costruito l’idea del locale che volevo. Prendendo spunto dall’esperienza del Coffe House di Torre Boldone (locale mitico per il blues e la musica live a Bergamo che in quegli anni stava chiudendo i battenti), ho dal primo giorno costruito una programmazione musicale invitando gli amici e i gruppi che mi piacevano e che avevo sentito suonare in altri locali.”

 

Qui affacciati al lago è tutto bellissimo ma poi la fortuna e la storia la fanno le persone. Era naturale dire “Questa sera vado dal Pinuccio”. Quanto c’è di te in questo posto?

“Ci sono 29 anni di amore e passione, c’è un po’ di nostalgia. Un locale che funziona è un locale dove fai le cose che piacciono a te. Ci devi mettere la tua anima e quella deve piacere. Se piace va tutto bene. E poi il rispetto, anche questa forse è una parte di me.

Ci sono stati periodi molto difficili in cui la musica dal vivo non interessava a nessuno e bisognava tenere duro e proseguire comunque, proprio per rispetto. Del locale, della mia idea, delle persone che hanno lavorato con me, della musica e del pubblico. 

 

“Pinuccio è stato per tutti i musicisti una seconda casa Ricorda René, faceva suonare e accoglieva i musicisti come se fossero dei grandi artisti con una cucina di cuore e qualità. Pinuccio ha interpretato al meglio l’idea del locale che fa musica live.”

 

E dunque cosa è successo? Perché il Ninfea Chiude?

Soldi, burocrazia, personale. Sembra banale ma sono questi i problemi di molti locali. Dovrei rimettere tutto a norma. Poi, credo che sia cambiato qualcosa nelle persone.

 

Secondo Dr. Faust “Le osterie erano il luogo di ritrovo delle persone che scendevano di casa e si scambiavano opinioni. I social network hanno occupato male lo spazio dei bar. C’è stato un cambio di paradigma generazionale. Prima il bar era il luogo d’incontro, ci andavi a fare serata dopo il lavoro. Adesso è il posto dove passi prima di andare a casa.”

 

E adesso? È davvero tutto finito?

“A dire il vero sono arrivate molte proposte, ci sono persone interessate a rilevare l’attività. Diverse persone. A qualcuno piacerebbe anche proseguire col mio aiuto l’idea del ninfea così come l’ho creato.” 

 

Ci lasciamo dunque con una nota di speranza. Forse sul lago di Endine il Ninfea potrà tornare a fiorire proseguendo una lunga tradizione di musica, incontri e amicizia e tornando a colmare il vuoto che ha lasciato. Resteremo in attenta attesa, concentrati come un bravo pescatore. Il saggio Fausto, cerimoniere del blues, maestro del cucchiaino e cintura nera della canna da pesca ci ricorda che questo lago è difficile, è certamente ricco di pesci ma è imparziale e non facilita nessuno. Bisogna essere davvero bravi. Forza Pinuccio!