Il moscato del farmacista: Pagnoncelli Folcieri, una famiglia che produce gioielli in bottiglia.

La degustazione dei vini Pagnoncelli Folcieri regala un'esperienza profonda e radicale: un'avventura extrasensoriale che colpisce nel profondo.

testo: ELIA ZUPELLI
fotografie: FRANCESCA LAZZARINI, GIULIA MARTINELLI, SUSAN PERANI, LUNA BELOTTI

Colore rosso rubino intenso e vivace. Profumo ampio, elegante ed equilibrato. Riconoscibili sentori di rosa passita, frutta rossa matura, in particolare marasca, prugna, e ancora spezie come cannella, garofano, pepe, sentori di tabacco, cioccolato, incenso; nette note balsamiche. Segni particolari: “Bevuto con attenzione e in giusta compagnia favorisce la conversazione e l’intesa degli spiriti”.

Passito rosso unico al mondo, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono la cui storia è documentata a partire dalla prima metà del XIV secolo, il Moscato di Scanzo rappresenta una delle eccellenze enogastronomiche del territorio bergamasco e quello prodotto dall’azienda agricola Pagnoncelli Folcieri si distingue come fuoriclasse assoluto.

Tra gli affreschi di Villa Pagnoncelli, troviamo una rappresentazione dell’arrivo in Colchide degli Argonauti. Il vello d’oro è difeso da due tori e un drago, Giasone è un po’ preoccupato. Un presagio? mah…

Etichetta che raffigura il banchetto degli dei per le nozze di Amore e Psiche, affresco centrale della Biblioteca di Villa Pagnoncelli, è un vino che sa evocare, un vino che racconta: nello specifico, la storia della famiglia Pagnoncelli Folcieri, che si stabilì a Scanzorosciate verso la metà dell’Ottocento. Farmacista di terza generazione, Giancarlo Pagnoncelli Folcieri nel 1962 produce il suo primo Moscato di Scanzo ricavandolo da un vigneto posto nella migliore e più felice posizione collinare, area che oggi, con terminologia francese, potrebbe essere definita come “première cru” della zona, noto allora come “il vigneto del parroco”, poi come “vigneto del farmacista”.

Con pochi altri appassionati, contribuisce all’operazione di salvataggio e di rilancio del vitigno. Oggi la produzione continua sotto la supervisione del figlio Maurizio, anch’egli farmacista, ma con il coinvolgimento dell’intera famiglia, in particolare della figlia Francesca e di suo marito Massimo. Francesca, prima architetto, si occupa di vendita, comunicazione e accoglienza. Massimo, prima grafico pubblicitario, garantisce la cura dei vigneti. Il moscato di Scanzo si degusta a fine pasto, preferibilmente da solo o accompagnato da pasticceria secca, servito bicchiere da degustazione è rigorosamente il ballon da Cognac.

Ultimamente è stato sperimentalmente abbinato a cioccolati particolari, formaggi erborinati, paté, foie gras e utilizzato per la realizzazione di risotti e piatti di carne. Tappa del viaggio sulla rotta della bellezza intrapreso da #moltobene, una visita all’azienda agricola Pagnoncelli Folcieri (www.moscatopagnoncelli.com) è un’esperienza profonda e radicale: un’avventura extrasensoriale che colpisce nel profondo.